Blog Post

UE: Vent’anni dopo ma con un finale diverso

Torna lo spettro del 1992: non quello, che alcuni pure paventano, del terrorismo e dell’instabilità politica, ma quello della tempesta monetaria. A chi li ha vissuti gli eventi degli ultimi mesi ricordano in modo impressionante quell’estate di vent’anni fa che precedette la drammatica svalutazione della lira e di altre valute europee. La storia si ripete […]

By: Date: June 11, 2012 Topic: Macroeconomic policy

Torna lo spettro del 1992: non quello, che alcuni pure paventano, del terrorismo e dell’instabilità politica, ma quello della tempesta monetaria. A chi li ha vissuti gli eventi degli ultimi mesi ricordano in modo impressionante quell’estate di vent’anni fa che precedette la drammatica svalutazione della lira e di altre valute europee. La storia si ripete in forme diverse, questo lo sappiamo; ma che cosa c’è di vero e cosa di ingannevole in questa analogia?

Come allora l’Europa è divisa in due, con paesi “periferici” – collocati sempre a sud, salvo poche eccezioni anglofone – che perdono competitività e accumulano, chi più chi meno, deficit nei confronti degli altri. Se la parità monetaria non si aggiusta, le banche centrali devono colmare lo scompenso: vent’anni fa perdevano reserve valutarie, oggi accumulano debiti verso altre banche centrali. La speculazione allora aveva il volto un po’ mefistofelico del finanziere ungaro-americano George Soros, oggi si ripresenta nella forma più sfuggente e ancor meno controllabile di migliaia di soggetti, fra cui molti piccoli risparmiatori, che spostano i loro depositi verso banche percepite più “sicure”. Non si tratta di pochi lupi, come ha argomentato efficacemente un’analisi della Citibank circolata negli ultimi giorni, ma di un gregge di pecore: di solito stanno ferme, ma quando si spaventano corrono via tutte insieme e difficilmente tornano indietro.

Sappiamo, dopo le esperienze recenti, che in assenza di unione bancaria e fiscale una moneta unica non è sostanzialmente diversa da un insieme di monete legate da un cambio fisso, come alcuni invece speravano. Il rischio di crisi di fiducia non scompare: si sposta solo temporaneamente su un terreno diverso. Le banche prosciugate di depositi e di capitale dipendono sempre più dal sostegno dello stato nazionale, a sua volta depauperato dalla fuga dei capitali verso emittenti sovrani affidabili. Banche e stati nazionali si stringono in un abbraccio instabile che rovina entrambi: i casi della Grecia, in cui banche solide sono andate in breve tempo in bancarotta per la loro esposizione versio lo stato, e della Spagna, in cui è accaduto l’opposto, sono emblematici. La lezione più generale è che non basta un accordo politico pur apparentemente saldo, come fu l’unione monetaria allargata decisa nel 1998, a rendere duraturo un equilibrio economicamente precario.

Ma se la storia a volte si ripete, ciò non significa che torni indietro. A differenza del 1992, oggi l’euro è una realtà tangibile familiare a tutti. Una presenza di cui di cui gli Europei, a nord come a sud, non vogliono più liberarsi. Lo rivela a denti stretti – gli autori sono euroscettici – un sondaggio di opinione pubblicato in America negli ultimi giorni (ww.pewresearch.org): in tutti i paesi europei la grande maggioranza degli intervistati esclude il ritorno a una valuta nazionale. Lo scarto delle preferenze in Germania non è poi tanto diverso da quello in Grecia o in Spagna. Un sondaggio non è un referendum, ma l’impressione è la stessa che si ricava da altre fonti. Le persone sembrano dire ai politici: non tutti volevamo l’euro all’inizio, ma è acqua passata; ora che c’è fatelo funzionare creandoci meno problemi possibile. E a guardare bene ci sono segnali, da varie direzioni, di movimenti in positivo: la Grecia (e non solo lei) sta recuperando pur con dolore parte della competitività perduta; il baricentro politico in Germania è in movimento ma non vi sono al momento segni prevalenti di rigetto della solidarietà europea; la banca centrale europea è riuscita, intervenendo attivamente nonostante i vincoli, a contenere le spinte centrifughe più acute. Le istituzioni europee, pur con vari errori (l’insostenibilità di certi debiti e di certi programmi di aggiustamento andava capita prima) si muovono lentamente nella giusta direzione. La riedizione traumatica del 1992 può ancora essere ancora evitata.

A version of this column was also published on Il Corriere della Sera Il Corriere della Sera


Republishing and referencing

Bruegel considers itself a public good and takes no institutional standpoint. Anyone is free to republish and/or quote this post without prior consent. Please provide a full reference, clearly stating Bruegel and the relevant author as the source, and include a prominent hyperlink to the original post.

Read about event
 

Past Event

Past Event

Bruegel Annual Meetings 2022

The Annual Meetings are Bruegel's flagship event which gathers high-level speakers to discuss the economic topics that affect Europe and the world.

Topic: Banking and capital markets, Digital economy and innovation, European governance, Global economy and trade, Green economy, Inclusive growth, Macroeconomic policy Location: Palais des Academies, Rue Ducale 1 Date: September 6, 2022
Read article More on this topic More by this author
 

Opinion

Central banks have been too slow in responding to higher inflation

Tackling inflation requires both monetary and fiscal policy tightening. It should be done quickly to avoid building up inflationary inertia and stagflation

By: Marek Dabrowski Topic: Macroeconomic policy Date: July 6, 2022
Read about event
 

Past Event

Past Event

Shifting taxes in order to achieve green goals

How could shifting the tax burden from labour to pollution and resources help the EU reach its climate goals?

Speakers: Heather Grabbe, Femke Groothuis, Carola Maggiulli, Niclas Poitiers and Kinga Tchorzewska Topic: Green economy, Macroeconomic policy Location: Bruegel, Rue de la Charité 33, 1210 Brussels Date: July 6, 2022
Read article More on this topic
 

Blog Post

How rate increases could impact debt ratios in the euro area’s most-indebted countries

Debt-to-GDP ratios should continue to fall in euro-area countries despite rising interest rates, though after 2023 the situation might vary across countries.

By: Grégory Claeys and Lionel Guetta-Jeanrenaud Topic: Macroeconomic policy Date: July 5, 2022
Read about event More on this topic
 

Past Event

Past Event

Green public investment after COVID-19

How can the public sector meet the climate funding needs of the EU?

Speakers: Zsolt Darvas, Elena Flores, Louise Skouby and Laurent Zylberberg Topic: Macroeconomic policy Location: Bruegel, Rue de la Charité 33, 1210 Brussels Date: July 5, 2022
Read article More by this author
 

Opinion

European governance

Putin’s War and the German Economic Model

After the fall of communism, Germany went from being the sick man of Europe to being its leading economic power, largely by harnessing the benefits of global supply chains. But now that a new era of deglobalization is dawning, Germany will have to think carefully about how it should manage its dependence on international trade.

By: Dalia Marin Topic: European governance, Macroeconomic policy Date: July 4, 2022
Read article More by this author
 

Podcast

Podcast

A decade of economic policy

Guntram Wolff looks back at the past decade of Bruegel contribution to economic policy in Europe.

By: The Sound of Economics Topic: Banking and capital markets, Digital economy and innovation, European governance, Global economy and trade, Green economy, Inclusive growth, Macroeconomic policy Date: June 30, 2022
Read about event More on this topic
 

Past Event

Past Event

Autonomous, digital and green Europe: a conversation with Margrethe Vestager

At this event Margrethe Vestager will touch on strategic autonomy, digital regulation and the implications of the Green Deal on competition.

Speakers: Guntram B. Wolff and Margrethe Vestager Topic: Macroeconomic policy Location: Bruegel, Rue de la Charité 33, 1210 Brussels Date: June 29, 2022
Read article More on this topic More by this author
 

Blog Post

The implications for public debt of high inflation and monetary tightening

Expected increases in interest rates and reductions in real GDP growth rates will result in relatively small increases in public debt-to-GDP ratios, but inflation will reduce debt ratios very substantially

By: Zsolt Darvas Topic: Macroeconomic policy Date: June 29, 2022
Read article More by this author
 

Blog Post

European governance

Discretion lets Croatia in but leaves Bulgaria out of the euro area in 2023

Crucial decisions about whether a country can join the euro area depend on questionable discretionary decisions.

By: Zsolt Darvas Topic: European governance, Macroeconomic policy Date: June 22, 2022
Read article Download PDF More on this topic
 

Working Paper

Measuring macroeconomic uncertainty during the euro’s lifetime’

The basic idea is that observable forecasts of macroeconomic variables are transformations of the sets of macroeconomic information, which are so complex as to be unobservable, prevailing when the forecasts are made.

By: Monika Grzegorczyk and Francesco Papadia Topic: Macroeconomic policy Date: June 20, 2022
Read article More by this author
 

Podcast

Podcast

Growth for good?

Can economic growth be a force for good and help in the fight against climate change?

By: The Sound of Economics Topic: Green economy, Macroeconomic policy Date: June 15, 2022
Load more posts